Prima o poi arriverà una sfilata di McQueen per cui farò spallucce e penserò: 'mmm, niente batticuore, niente respiro affannoso e sensazione di soffocamento, niente formicolio al naso.'
E' successo per Prada (ultima collezione autunno/inverno), vuoi non capiti per McQueen?
Di solito mettevo i post con i video di McQueen sotto l'etichetta Sine verbis, perchè non sentivo la necessità di aggiungere nulla a quello che veniva mostrato.
Ma ora ho qualcosa da dire.
Hic et nunc, mi sento di proporre ai miei 3/4 affezionati lettori una istanza che già era stata affrontata dalla (aggiungete aggettivi positivi a caso, tanto vanno bene tutti) blogger de La ScoMODAmente nel suo post Grandi case di moda, fra tradizione e stilisti emergenti. Ma perchè?.
In questo caso si parlava della forzata rianimazione di Vionnet da parte di Matteo Marzotto.
Ma poi apre il discorso.
Cito testualmente:
'Mi chiedo: perchè riportare in vita marchi i cui inventori sono morti o che loro per primi hanno deciso di "sospendere"? La persona che ha permesso che quel marchio fosse grande, rivoluzionario, forte non c'è più, allora perchè raccogliere un'eredità quando non le si può dare continuità per il semplice fatto che i successori non sono nella testa, nelle mani, nell'animo del creatore? [...] Mi vengono in mente couturier come Alexander McQueen, Giangranco Ferrè, Yves Saint Laurent (che pure vanta l'esperienza e la maestria di Stefano Pilati), di cui abbiamo apprezzato una moda di indiscutibile bellezza. Sono morti e ci si è affaccendati a trovare successori che fossero all'altezza. Nella mia semplicità dico che è inutile, non si può eternare qualcosa che muore se muore chi le ha dato vita. La si può ricordare, sì, ma solo questo.'
E alla fine si domanda (e mi domando): perché questi giovani stilisti non possono esistere con i loro nomi?
Tanto più una come Sarah Burton, che sta ricevendo consensi unanimi, culminati con il premio 'Designer of the Year' al British Fashion Awards 2011.
Ha la sua cifra stilistica, non c'è dubbio.
L'unica critica (se così si può definire) universalmente sentita: è bravissima, ma non è Alexander McQueen.
Io lo troverei umiliante.
Perchè non liberarsi da questo fantasma?
Ad meliora.
Denisetta
Ho semplicemente amato questo video!!!
RispondiEliminaSono contenta! Allora vai a vederti anche gli altri, se non l'hai già fatto :)))
RispondiEliminaGrazie per il commento!
perchè è un fantasma! perchè McQueen è stato grande è lui il promotore della follia stilistica non la Burton è il McQueen che ha unito il robot alla figura umana e alla sua fragilità.... ricordi quel video: 4 o 2 robot che SPUTANO inchiostro su un outfit bianco .... candido oppure quando ha letteralmente strappato un abito da uomo già di suo meraviglioso è lo ha incerottato con bende e una colata di vernice bianca.
RispondiEliminaLa Burton non farà mai niente del genere, non credo almeno, perchè non è folle come lui.... dietro un bel vestito c'è solo un bel vestito, per McQueen no! credo passi molta differenza e.... credo anche di dover essere(in parte) d'accordo con la blogger piuttosto scomoda..... ciao Denise ti lovvo un sacco... <3
Come non essere completamente d'accordo con te? Ricordo alla perfezione il video che tu citi, è un pezzo indimenticabile della storia della Moda (per i pochissimi che non l'avessero mai visto: http://www.youtube.com/watch?v=P13oZsD-t4s&feature=related).
RispondiEliminaLa Burton era il braccio destro di Alexander: lui era il genio, il folle; lei probabilmente la sua parte razionale.
Amo la Burton, è obiettivamente una delle migliori stiliste che c'è sulla piazza. Anche lei è a suo modo geniale. Ma sono convinta che debba abbandonare il nome Alexander McQueen. Soprattutto per se stessa. Proprio perché secondo me ne ha la capacità creativa.
Grazie Francesca, per il tuo supporto e l'affetto. Ti lovvo anch'io!!!
amoooooreeeee! <3
EliminaIl problema è che tutti noi ormai facciamo sempre il paragone con Alexander e non vogliamo accettare il fatto che il suo genio è seppellito insieme a lui. =(
RispondiEliminaTi ringrazio per avermi citata e naturalmente non posso che condividere i dubbi e le questioni intorno a questo cavilloso argomento. La moda non è più moda ma business, la risposta a tutto è in questa triste "fine".
RispondiEliminaUn abbraccio