lunedì 24 ottobre 2011

Stella e le declinazioni di Lucia

Per le ultime due o tre persone che non lo sapessero, Lucia è un vestito della collezione fall winter 2011/12 di  Stella McCartney.


Ehilalà, ma come l'è provocante! E chi avrà mai il coraggio di uscire mezzo gnuda, con quelle faglie di tessuto seppur ricoperte da un per niente casto voile a pois? Chi, mi chiedo?

Praticamente tutte...

Infatti come ci segnalano vari articoli su altrettanti vari giornali online, è scoppiata un'epidemia tra le regine del jet set internazionale. Sembra che non si possa più fare a meno di Lucia. Motivo? La perdita del senso del pudore con cui si riempiono la bocca le vecchie generazioni? No, almeno non solo per quello. Sembra che 'i profili a contrasto e sagomati regalino curve perfette anche a chi non le ha' (cit. D di Repubblica).  Ne siamo sicuri? E soprattutto, delle trasparenze così accentuate sono alla portata di tutte? Vediamo un po'...

Ci sono tre versioni di Lucia:

a) Sono figa e mo' ve lo faccio vedere (versione integralista):


Tess Daly, presentatrice televisiva inglese (qui durante Strictly Come Dancing). Rappresentante del genere curvy, direi niente male. Obbiettivo di Lucia centrato.


 

OH MIO DIO!!! Questa volta Anna dello Russo ha esagerato, soprattutto con la taglia del vestito, le fa pieghe ovunque. E dire che adoro la sua baracconaggine. Ah, l'outfit non è mica finito qua (troppa grazia):

     
                                 

Le foto sopra riportate  sono tratte direttamente dal suo sito, con tipica cornice, questa volta senza interi vigneti, ma con Halloween inspiration...Degli stivali (sì, sono stivali) ne vogliamo parlare? But even not.



Di male in peggio: Lucia ridisegna le curve, non regala centimetri in altezza, anzi...e cos'è quella terribile pancera color carne 'vorrei ma non posso'? Ma, cara la mia Anastacia, in questo sei in buona compagnia...


Thea Green. No words. Solo una: reggiseno...please!


Ora, ditemi voi che bisogno aveva 'sta stragnocca della Doutzen Kroes di mettersi una sottoveste neppure color carne? Questo è un 'potrei tranquillamente ma non voglio'!

b) Adoro le trasparenze, ma diamoci un contegno (versione edulcorata).


Livia Firth. Perfetta. E i pois che riprendono la circolarità delle fossette della clutch mi danno un brivido di piacere. Bello anche l'altro accessorio, il marito. 


Altra rappresentante di una femminilità curvy, Kate Winslet fa decisamente la sua figura. Ma aveva già dimostrato di apprezzare Stella quando rivolge l'estro creativo proprio alla sua tipologia di donna.


Kate sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia in abito optical di Stella McCartney.


Susan, dammi il numero della tua stylist, chè la chiamo per insutarla! Non ci siamo proprio: il vestito non è adatto all'età (per quanto portata alla grande e senza ritocchi); c'è la già vista sottoveste, ma qui con spallina in evidenza. E quei sandali, con mezzo tacco da articolo ortopedico? Mi sembra di notare anche dei collant color carne... 

c) Sono elegante e raffinata, mica come quelle lì che vanno in giro sconce, vero Stella? (versione bon ton).


Liv Tyler. Bella, alta e giovane. Meno male che è lucida in faccia...

Ad meliora.
Denisetta

giovedì 20 ottobre 2011

Piccola guida al mestiere di manichino vivente (deambulante o no)

Post didattico.

Dal momento che lavoro nell'ambito della creazione e gestione eventi moda, mi capita di ricevere candidature di aspiranti modelle/i.
E' strana l'idea che tante volte hanno le persone del lavoro di modella/o: una specie di attività che si decide di essere in grado di fare senza aver mai riflettuto sul fatto che se ne abbiano le caratteristiche o meno. Credo che la macanza di autocritica sia una delle piaghe dell'umanità.

Questo è un post che dà dei punti riferimento precisi, cosicchè ragazze e ragazzi evitino di perdere tempo (in giro per agenzie) e denaro (per fare terrificanti book, che costano anche € 2500,00. Ah, per un book decente bastano € 300,00, stampe escluse. O magari per corsi di portamento, che serviranno solo per percorrere il tratto di strada dalla macchina all'ufficio). E finalmente le persone 'normali' sappiano come sono fatti questi strani animali da passerella (soprattutto quegli individui che mi chiedono se sono una modella, io...solo perchè sono magra e lavoro nella moda...ma dall'alto del mio metro e 63, me ne dovrebbero mettere un'altra sopra, tanto per cominciare...).

Ci sono tre tipologie di modelle/i: da sfilata, da foto, da intimo. In questo post ci occuperemo delle prime due categorie, che sono in parte sovrapponibili (tutta questione d'altezza: sotto il metro e 75 per le donne e il metro e 84 per gli uomini solo foto).

Utilizzerò come prototipi una modella, Alina.


E un modello: Federico


In queste foto entrambi sono praticamente al naturale.

Una/un aspirante modella/o deve avere:

a) Le caratteristiche fisiche, imprescindibili.

Scheda tecnica Alina:


Altezza: 1.78
Seno: 84
Vita: 62
Fianchi: 89
Taglia: 38


Scheda tecnica Federico:

    

Altezza: 1.87
Taglia spalle: 50
Taglia pantaloni: 48


b) L'attitudine e il talento, che di solito si traducono nel sentirsi sicuri della propria bellezza e del proprio potere seduttivo e nel saper esprimere questi stati d'animo su una passerella o davanti a un obbiettivo. Prerogative che non è detto che rispecchino il lifestyle del soggetto: conosco modelle che nella vita normale sono dei maschi mancati, ma in passerella si trasformano in pantere. O modelli piacioni che hanno l'espressività di un mocassino quando li metti nelle vicinanze di una macchina fotografica.

                                                                                                   
 







c) E, last but not least, avere disciplina e un minimo di spirito di sacrificio. Perchè quello che si strafà o si trascura in giovane età, si sconta tutto dopo i 25/27 anni.

Mi spiego meglio.
Ritengo che una/un modella/o professionista possa essere paragonata/o a uno sportivo.
E poichè utilizza il proprio corpo esattamente come un atleta, ne deve avere lo stesso tipo di vita: dovrebbe iniziare la carriera in giovane età (intorno ai 16 anni per le donne, dopo i 20 per gli uomini. Non penso ci sia bisogno di spiegare il perchè...), fare un corso serio di portamento e posa fotografica, dormire tanto e andare a letto a un'ora decente (con le dovute eccezioni), allenarsi costantemente per tenere muscoli tonici, usare creme elasticizzanti mattina e sera (uff, per le donne), fare dieta (ahi, tasto dolente...ma se chi fa, per esempio, ginnastica artistica deve seguire una dieta ferrea, da tortura cinese, perchè è così terribile che lo debba fare anche una/un modella/o, dal momento che è il suo lavoro?), smettere intorno ai 30 anni (per una donna, per uomo si può andare ancora fino ai 40. La qualità della pelle ci frega...), cioè quando le 'prestazioni' iniziano a calare. Inutile aggiungere niente fumo, superalcolici o droghe varie (anche solo sniffare il big mac è deleterio), previa la carriera che si accorcia, ma queste sono scelte di vita personali.

Avete le prerogative sopra riportate e siete pronti a tutto ciò? Benvenuti nello scintillante mondo della Moda! (Scintillante per chi non ne fa parte.)

Ad meliora
Denisetta

domenica 9 ottobre 2011

L'Haute Couture Louis Vuitton e il Sogno infranto...

Una cosa pretendo dal momento in cui mi siedo sul mio divano, apro il mio pc e mi collego con il sito vogue.it o con il canale youtube di Fashion TV per vedermi una sfilata di Haute Couture: la Perfezione.

Haute Couture: il Sogno.

Se non volessi sognare, mi guarderei del pret a porter e vedrei in concreto cosa potrei indossare in questa o quella stagione.

Guardo Haute Couture: voglio sognare.

Se poi parliamo di Chanel, Christian Dior e pochi altri nomi dell'Olimpo parigino, noi donne (ma non solo) buttiamo gli occhi per aria, palmo della mano sotto il mento, con il gomito sul tavolo, e tiriamo un grosso sospirone...
Ecco, quando guardo una sfilata di uno dei pezzi da novanta succitati, mi aspetto che tutto sia impeccabile: location, passerella, front row, modelle, trucco, parrucco...ah sì, outfit e accessori...

Proprio con questo spirito oggi ho ripetuto il rito: mi sono seduta sul divano (in un momento di relax in mezzo a quella tragedia del mondo femminile che è il cambio degli armadi) con il plaiddino, ho acceso il pc e mi sono connessa al sito vogue.it.

Alexander McQueen: emozionante, da brividi. Leggo il commento, vado sui dettagli: batticuore. Ci fumerei una sigaretta, peccato che non fumi.


Chanel: location meravigliosa e scenografia all'altezza (Karl Lagerfeld in questo è davvero una garanzia), ma nell'insieme niente di che. Vado subito sui dettagli: la rivaluto, ma non parte il batticuore.


Louis Vuitton: ehilalà, che scenografia sorprendente: una giostra bianca dove sono sedute le modelle, le quali una alla volta scendono dal cavallo e percorrono la passerella. Gli abiti sono estremamente eleganti. Inizia il batticuore.





Mi getto sulle foto dei dettagli con foga...e cosa vedo?






Chiudo il pc, mi alzo e torno al mio amato/odiato armadio.

Ad meliora.
Denisetta

venerdì 7 ottobre 2011

I piccoli (molto piccoli) traggano ispirazione dai grandi (molto grandi)...

Questa è la cronaca della nascita di un'idea per il coordinamento di un blocco di una sfilata: la linea Tatà di Pepita, un'azienda toscana che produce pigiameria di alta gamma.

La linea Tatà è fatta per una signora che ama sentirsi molto raffinata anche tra le pareti della sua villa con piscina; o, meglio, nella sua stanza di un'esclusivissima spa; o, ancora più chic, nel day hospital della clinica di chirurgia estetica in occasione dell'ultimo ritocchino...insomma, o la signora in questione ha i soldi o continui ad andare da Tezenis, grazie...

Il processo creativo ebbe inizio un bel po' di tempo fa quando vidi la pre-collection fall 2011 di Chanel, d'ispirazione bizantina con abiti preziosi e gioielli importanti.



Proprio su questi ultimi è caduta la mia attenzione.
Ma come faccio sempre: vedo, immagazzino e metto da parte.

Non molto tempo dopo, un giro in centro e puffete! Vetrina di Lucia Toniolo, ex modella: finita la carriera da indossatrice, ha aperto uno store di abbigliamento eccentrico che va a scovare personalmente a Parigi. E cosa ti vedo? Queste meraviglie:




Pettegolezzo dice che tali stupori li faccia una stilista di Gucci con i rimasugli (pietre, bottoni, ecc. ecc.) della produzione della casa di moda a noi tanto cara (carissima!). E li monta su lana lavorata e lana cotta. Folgorazione! Compro un ciondolo per me e una collana per la mia amica Elisa (ormai diventata ospite fissa di questo blog).
Anche in questo caso immagazzino e metto da parte.

Giorno dell'appuntamento con Sabrina Tonti, titolare della Pepita, per discutere del coordinamento della sua sfilata personale.
Richiesta per la linea Tatà: poichè è pigiameria molto pulita e raffinata (e tale deve rimanere) bisogna impreziosirla (altrimenti in passerella ci muore), senza coprirla.
Ah be', certo...forza neurone mumble mumble, è il tuo momento...


...mumble mumble...


...mumble mumble...


Eureka!!!

Ecco il risultato dal backstage...




...alla passerella:





Esito finale: cliente contento e tanti pat pat sulla mia testa.

Ad meliora.
Denisetta